Pubblicità, sorpasso del web sul cartaceo

Una lotta sempre più serrata, dove il settore multimediale sta offrendo risposte più incoraggianti rispetto a periodici e quotidiani. Parliamo di pubblicità, un mercato da 9 miliardi di euro all’anno, di cui 1,2 raccolti attraverso le inserzioni su internet. I numeri arrivano da Iab, associazione internazionale dedicata allo sviluppo della comunicazione interattiva, che per il 2012 è pronta ad azzardare una previsione sensazionale: il canale web conoscerà un incremento di altri 10-15 punti percentuali, il che consentirà di superare nella raccolta di spot media storici come la radio e la carta stampata. Un sorpasso significativo anche dal punto di vista industriale.

Un balzo da dividere tra le sezioni Display e Search

Ma, per il momento, limitiamoci ai dati di presente, e del futuro imminente. Nel 2011 il mercato della pubblicità online chiuderà con una crescita del 15% sull’anno precedente. Guardando ai settori, in grande spolvero banner e filmati (la cosiddetta display) cresciuti a 455 milioni, appena più sotto con 448 milioni la divisione search-motori di ricerca. Numeri eclatanti se si considera un quadro generale di difficoltà per il mercato delle inserzioni, in ribasso del 3%.
Per Salvatore Ippolito, presidente vicario di Iab Italia «i dati di crescita e le previsioni dimostrano quanto l’online sia ormai un media strategico per le aziende». Se un obiettivo è accodarsi dietro la televisione per il prossimo anno, entro il 2015 si punta «a una quota della pubblicità online pari al 20% sul mercato, per un valore di 2 miliardi».

Il nuovo è in progresso, già da cinque anni

D’altronde il fenomeno è sotto gli occhi di tutti, basta prendere in considerazione il trend dell’ultimo quinquennio: l’investimento medio delle aziende in pubblicità sui media cartacei è diminuito del 27,7%, in televisione il calo è stato dell’ 11,7%, e solo la radio ha chiuso con il segno più, guadagnando il 9,3 per cento. Dall’altra parte ecco l’impetuosa valanga degli accordi sul web, incrementati del 46,1%, con un +107% alla voce “numero delle aziende pronte a investire nello strumento”. Qualcosa di eccezionale.

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