Guida ai 200 fattori SEO: lo spam off-site (10)

Eccoci giunti all’ultima puntata della guida ai 200 fattori SEO che vengono presi maggiormente in considerazione dal motore di ricerca Google. Come già precisato, i punti trattati in questo e in altri post in precedenza sono per la maggior parte frutto di analisi e test approfonditi da parte di esperti SEO. Oggi ci occupiamo fattori SEO a livello di spam off-site.

Solo in alcuni casi Google ha effettivamente dato un proprio parere ufficiale. Per il resto gli algoritmi utilizzati sono in gran parte protetti da brevetti e quindi non c’è la certezza di come funzioni in profondità il motore di ricerca del colosso di Mountain View.

Fattori SEO a livello di spam off-site

  1. Flusso innaturale di link: un’improvvisa crescita del numero di link è indice della presenza di link fasulli.
  2. Google Penguin: i portali web che sono stati colpiti dall’aggiornamento Penguin hanno subito una notevole perdita di visibilità.
    Approfondisci su wikipedia.org.
  3. Alta % di link di bassa qualità: un elevato numero di link provenienti da fonti categorizzate come Black Hat (come ad esempio commenti su blog e forum) sono indicativi di un tentativo di ingannare l’algoritmo.
  4. Rilevanza dei domini di riferimento dei backlink: un’analisi eseguita da MicroSiteMasters ha evidenziato come i siti con un elevato numero di link da portali relativi ad ambiti completamente differenti sono particolarmente soggetti a penalizzazioni.
    Approfondisci su micrositemasters.com.
  5. Avviso di link innaturali: Google invia migliaia di avvisi “Google Webmaster Tools notice of detected unnatural links”. Questo spesso, anche se non sempre, precede una penalizzazione.
    Approfondisci su google.com.
  6. Link con la stessa classe di IP: la presenza di molti link proveniente da siti con IP appartenenti alla stessa classe è indicativo di un tentativo di costruire una rete di portali con scopo finale il link building.
  7. Anchor Text “velenose”: la presenza di particolari parole, come quelle relative all’ambito farmaceutico, possono essere un segnale di spam o sito hackerato e quindi incidere negativamente sul ranking.
  8. Penalizzazione manuale: è risaputo che Google sceglie anche la “penalizzazione manuale” come strumento di variazione del ranking: esempio lampante è stata la campagna Interflora.
    Approfondisci su searchengineland.com.
  9. Compravendita di link: la vendita di link incide negativamente sul PageRank e sulla visibilità di un sito web.
    Approfondisci su searchengineland.com.
  10. Google Sandbox: i siti web che in poco tempo ottengono un numero elevato di link possono essere inseriti da Google nella Sandbox per limitarne temporaneamente la visibilità.
    Approfondisci su wikipedia.org.
  11. Google Dance: Dance può temporaneamente mischiare i ranking in modo da verificare se un sito sta effettivamente cercando di “ingannare” il motore di ricerca.
    Approfondisci su seobythesea.com.
  12. Disavow Tool: l’uso di Disavow Tool può rimuovere una penalizzazione (da algoritmo o manuale) per i siti ingiustamente colpiti.
  13. Richiesta di riconsiderazione: una Recondideration Request andata a buon fine può eliminare una penalizzazione.

Condividi